MAURIZIO DE GIOVANNI: LA NUOVA STAGIONE DEL GIALLO

ROBERTO FICO E LA NAPOLI DEL CAMBIAMENTO

BEPPE GRILLO, SAGGEZZA E FOLLIA

Questo 23 febbraio Beppe Grillo porta in scena “Delirio” al Teatro Augusteo di Napoli. I ragazzi del Meetup preparano i banchetti per informare e autofinanziarsi vendendo libri. Il pubblico è eterogeneo: non ci sono solo ambientalisti della prima ora e anticasta arrabbiatissimi, ma anche tanta gente comune che ha voglia di trascorrere due ore di intrattenimento. Le persone più agiate nel chiuso delle loro coscienze vivranno un bel conflitto tra il lusso immotivato di una pelliccia nell’inverno napoletano e l’obbligo morale di salvare un pianeta in agonia e la sua natura. Quando Beppe Grillo arriva è tardi: l'intervista sembra già sfumata, ma Roberto Fico e Marco Savarese del Meetup Napoli ci aiutano molto. Più delle domande –da fare in fretta prima che la voce dell’Augusteo chiami l’ingresso in scena – ci interessa osservare da vicino la persona, amato da molti, ma anche molto avversato. Alla porta non ci sono gorilla ne' guardie del corpo. Il segreto di Beppe Grillo è nella sua normalità: ascolta i due ragazzi che per aver denunciato le discariche di camorra hanno ricevuto minacce di morte, e consiglia di non scegliere il silenzio: sarebbe pericoloso, perché isolarsi farebbe il gioco di chi li ha minacciati. Dopo pochi minuti si lascia intervistare senza finzioni, con semplicità. Davanti allo specchio illuminato, nel camerino dietro il boccascena, ci sono una bottiglia di integratore, acqua, biscotti, balsamo. Beppe è un signore di sessant’anni, in forma, diverso dal giovane comico che Pippo Baudo lanciò a metà anni Settanta, ma ha un lampo negli occhi che rivela grande vivacità e una insopprimibile voglia di scoprire. Ad ascoltarlo si crea un bel corto circuito tra il tono oltranzista degli affondi e la sostanza limpida dei messaggi. Entriamo, Beppe legge sul giornale e cerchia le notizie che possono aiutarlo a trovare nuovi spunti. Il suo è uno spettacolo costantemente in progress.

A pochi giorni dalla riunione di Firenze per la Lista Civica Comuni a 5 Stelle gli chiediamo che sensazioni ha, cosa pensa potrà succedere dopo l’8 marzo.

Non lo so, sono curioso anch’io di sapere cosa succede, quanta gente viene. Ci saranno proposte, controproposte, gente incazzata. Sarà il primo impatto con movimenti che cercano un contatto tra loro. Penso che ne usciremo con direttive più chiare. Io riceverò i ragazzi alle 10,00 e chiuderò. Si finirà a sera inoltrata.

Beppe parla spesso della sua famiglia. Giusto chiedergli come vivono la rivoluzione che ha iniziato.

Sono tutti abbastanza sul chi va là. Sai, ho mia moglie iraniana, è una signora dell’altra parte politica, piena di voglia di vivere, che mi dice: “Chi te lo fa fare?” Come pensare, a volte, che non abbia ragione lei? Poi vedo mio figlio piccolo, che condivide quello che faccio. Penso di essere un esempio positivo, per lui.

E allora è il caso di tornare indietro almeno all’inizio dell’avventura del suo Blog. Ecco il suo ricordo.

Era il gennaio 2005. Avevo letto un libro di Casaleggio. Il titolo credo fosse “Morto il web, viva il web”. Ho visto tra le righe che era una persona da conoscere. Ho capito le sue strategie di rete. Abbiamo fatto un blog nuovo, artigianale, con la mia faccia. Così via via, da un commento a dieci, venti, cento, tremila... E poi gli accessi, prima dieci poi su fino a trecentomila, scalando le più importanti classifiche di settore. E oggi siamo il settimo blog più letto al mondo. Cerchiamo di informare, se non ci bloccano prima. Se mi chiudono il blog, me ne vado in Australia e vi lascio in compagnia del mio ologramma! Temo che Berlusconi voglia comprare la dorsale di Telecom per passare a un regime di tipo argentino, militarizzando il Paese. Abbiamo già più corpi militari della Bolivia, credo. E rischiamo davvero di fare la fine dell’Argentina. Non quella delle pentole in strada, eh, ma quella dei Colonnelli!

Suona il telefono, lo cerca una ragazza ucraina che non è riuscita a entrare. E l’intervista continua, per un ultima domanda. Beppe non rinuncia mai al gusto della battuta. Ma dentro si nasconde sempre un retrogusto amaro. Una grossa trasformazione nel tempo, da comico in attivista, no?

È stata la mia evoluzione come persona. Non potevo stare lì a fare “Te la do l’America”, o a dire ”È una cosa pazzesca!” per tutta la vita…! È stato un cambiamento naturale. Così, mi sono buttato in un buco nero entusiasmante. I mondi si cambiano grazie a piccoli gesti, come quella donna nera che un giorno si rifiutò di cedere il posto per il colore della sua pelle. Poi, beh, le cose non sai mai bene dove portano. Ecco, io voglio cambiare il mondo. O almeno cambiare un sistema che in realtà si è già disintegrato da solo. Ho dato un’accelerata a una cosa già segnata.

Fuori i collaboratori guardano l’orologio. Dispiace, ma dobbiamo andare via. Torniamo spettatori. Beppe è mattatore per due ore. Ride, fa pensare, si arrabbia, dà spazio ai ragazzi del Meetup, passa dalla politica all’ambiente, dal web all’economia, tornando pienamente a fare show. Ci si diverte, si pensa. E all’uscita Grillo non si nega alle foto e alle domande della gente. Poi a cena, per una lasagna alla napoletana da “Ciro a Santa Brigida”, e quattro chiacchiere con gli amici parlando di teatro, musica, De Andrè, politica. Poi in auto, nella notte, verso un concerto jazz. Neanche i tanti nemici che si è fatto potranno mai negarne la grande carica umana.