LUCIO SALIS, PORCA VACCA!

LUCIO SALIS, PORCA VACCA!
May 19, 2011
By Gianluca Iovine

Il ragazzone sorridente con la giacca di fustagno e la barba è cambiato. Esiliato dalla tv luccicante di “Drive In”, è ricomparso a Zelig, Lucio Salis. Un evento, anche per chi non l’aveva mai sentito in quel suo tormentone del “Cappittomihai?”, una bella maschera sarda di ironia e complicità. Quella sera in Viale Monza sul palco c’erano le rughe, il fumo, e gli occhiali, a segnare gli anni, insieme a un gusto della beffa che era rimasto lo stesso di un tempo, o forse solo incattivito da una vita avventurosa e difficile, spesa fra teatro, cabaret, musica e scrittura. L’uomo che Wikipedia bacchetta per la sua biografia romanzata come un rebelot, mezza vera e mezza falsa, ha sempre alle spalle il verde, l’arido e il mare di Sardinia, l’isola-dea dell’Eretico. Lucio, il viaggiattore da due t, ancora manipola ricordi, seduce donne, inventa nemici, trasforma i numeri, conquistandoti con iperboli e bugie, in una straordinaria e rabbiosa poetica del turpiloquio, sincero nell’insulto da ultrà della politica, e amaro sul serio, quando, buttate via le mille corazze, lascia intravedere le oscurità fragili di un uomo di cuore. Questa prima intervista di CinemaOggi parte da Lucio, e dai giorni dei films, effimeri e vividi. Prima di scrivere romanzi, in un ciak sapeva commuoverti con uno sguardo.

Lucio, Promettevi bene nel cinema. Piero Livi sembrava averlo capito meglio di ogni altro. Che personaggio era il tuo Culobianco in “Sos Laribiancos?” Era un figlio di mignotta bonario e benevolo che, prendendo esempio dal suo prete (Culobianco è il campanaro) va a letto con le compiacenti del paese e irride il federale durante un comizio, parte per una guerra non sua, ma poi nella disfatta prende in mano la situazione e salva i suoi compagni.

“Porca Vacca” racconta la Guerra. A proposito, Dove hai fatto il militare? No. Io, primo maschio di 5 fratelli, ho fatto miracoli, ma senza appoggi o raccomandazioni, per non farlo. E ci sono riuscito alla grande! Tra l’altro, scusami ma è troppo gustosa, dopo essere stato preso a Roma dai Carabinieri per diserzione, mentre mi ero trasferito giusto da Cagliari sei mesi dopo la prima visita, dov’ero stato considerato rivedibile, con un anno senza mangiare quasi nulla e sesso ad libitum, faccio la seconda visita: riformato. Io faccio un salto di due metri, e il capitano medico mi fa: “Che minchia ridi?! Chi non è buono per il re non è buono neanche per la regina!” Già. Peccato che da qualche mese andavo a letto sia con la sua giovane moglie che con la figlia 15enne… Eppure, vedi, ironia della sorte, ho fatto due film di guerra.

Com’era l’atmosfera sul set di “Porca Vacca”? Bah, Triste, direi. Insomma, era il mio primo film in assoluto e speravo, essendomi abbeverato alla greppia dei grandi, di trovare dei compagni-maestri. Invece erano tutti molto sussiegosi e superbi. Pensa che mi hanno tagliato il monologo della notte di Natale, dove ho improvvisato, d’accordo col regista Pasquale Festa Campanile. Beh, piangevano persino i tecnici e le comparse. E Pozzetto si è incazzato: “Non è il tuo film!”. E hanno tagliato via il monologo.

E tra i due film, ancora un film in costume, “Magnificat”. Cosa ti diceva Pupi Avati?

Di non litigare col fratello Antonio. Un chiacchierone bigotto che tutto sapeva lui, figùrati. Io ero uno dei quattro protagonisti, ma Antonio, con una vendetta alla Tafazzi, mi fa tagliare la voce fuori campo che mi presenta. Pessimo film, pessima compagnia. Pensa, il cestino era un panino con purea… Beh, meno male che ero conosciuto e una ragazza mi portava tutti i prodotti contadini di casa sua. Sono stato da dio. Antonio, secondo me, un po’ mi odiava, e ti credo: io avevo una bellissima ragazza di 18 anni che mi adorava, eh eh! Me l’ero portata appresso, sai, dato che mi pagavano un’elemosina. Lui era geloso forte. Poi, alla fine si è sposato una ragazza americana, e arrivederci. I fratelli Avari, così li chiamavo per sfotterli: Pupi e Abramo Avari. E poi mi ricordo una volta la mamma, nella grande villa di Todi, dove si girava, che ci porta sul set, tutta orgogliosa, una busta di mele che sembravano mezze marce: “Sono le nostre!” E io: “Si vede!” – rispondo.

Chi ti farebbe felice se ti chiamasse in un film? Eh, i Maestri: Moretti, Coppola, Spielberg, Scorsese, ma anche Benigni… che è in debito con me!

Ci vai spesso al cinema? Dove, qui?! Ma se non c’è nemmeno il barbiere!
Che film guardi, a casa tua? I classici, quelli dei miei maestri-amici, western per rilassarmi, e poi commedie…

Il tuo cult movie. Non ho dubbi: “Il Padrino”.

Il film che butteresti. Mica uno solo… Tutti quelli italioti da almeno 20 anni a oggi.

E anche stavolta ti sei fatto dei nemici. Chiudiamo con una dedica e un bello sfogo per gli amici di CinemaOggi! Guarda, io non devo nulla a nessuno. E ce ne sarebbero molte da dire… Comunque… Gente! Amate il cinema, però quello vero, che è sempre stato preveggente e pregnante. E Difendetelo, eh! Oggi non esiste più il Cinema, tranne qualche piccolo sprazzo, qui e là; il resto non è Cinema, è pessima fiction. Burlesquoni ha chiuso decine di teatri e di cinema per farne garage o supermarket, questo non dimenticatevelo mai, e se potete DENUNCIATELO!